Carlo Mattioli (Modena 1911 - Parma 1994) studia nell’istituto d’Arte di Parma. Dopo il diploma insegna disegno, prima in Istria e in Toscana, poi a Parma e a Bologna. La sua cultura figurativa è vastissima e intenso l’interesse per la letteratura, specie per la poesia, che lo accompagnerà per tutta la vita, testimoniato fra l’altro dalla copiosa attività d’illustratore. Risalgono al 1938 le prime testimonianze significative della sua pittura (Ritratto della moglie Lina). Degli anni subito successivi sono conosciuti, oltre ad alcuni ritratti, nature morte e paesaggi, soprattutto i nudi. Tuttavia, in questo periodo la grafica prevale sulla pittura e in essa è quasi esclusiva la presenza della figura umana, in particolare il nudo femminile. Nel 1957 troviamo un ciclo di paesaggi dedicati al Po. Nel 1940 espone alla XXII Biennale di Venezia. Nel 1943, su invito di Ottone Rosai e con la presentazione di Alessandro Parronchi ha luogo a Firenze la sua prima personale nella Galleria del Fiore. È ancora presente a Venezia nel 1952 e nel 1954, alla XXVI e alla XXVII Biennale. Invitato nel 1956 alla XXVIII Biennale di Venezia, la giuria internazionale presieduta da Roberto Longhi gli conferisce il Premio Comune di Venezia per un disegnatore. Nello stesso anno è premiato anche alla VII Quadriennale di Roma. Sono del 1972 gli studi su Leopardi, che possono essere visti come il punto di congiunzione tra il periodo dei notturni, del quale condividono l’ispirazione lunare, e quello successivo, con la moltiplicazione delle immagini del mondo con tutti i suoi colori: alla concentrazione introversa sull’interiorità del mondo fa seguito la contemplazione estatica del suo dischiudersi. Con i «Paesaggi bianchi», ispirati alle sinopie del Camposanto Monumentale di Pisa, comincia una meditazione, che poi prosegue lungo tutti gli anni "80, sull’essenza del dipingere. Mattioli non sembra più rivolgersi alla natura, ma alla pittura stessa, e in particolare sembra volerne evidenziare il potere metamorfotico, spesso intervenendo sopra superfici segnate da una vita precedente. Nel 1993 Arturo Carlo Quintavalle pubblica un’ampia monografia dedicata ai disegni. Nell’inverno Mattioli dipinge i suoi ultimi quadri ad olio, dopo un lungo periodo in cui le precarie condizioni di salute gli avevano impedito di lavorare al cavalletto; muore nel 1994 e negli anni successivi sono diverse le antologiche che gli vengono dedicate in alcuni musei.