Intervista ad ANDREA PRANDI – Artista Emergente
Il nostro network di Artisti Emergenti ospita ormai dei talenti senza eguali. Oggi vogliamo focalizzare l’attenzione su Andrea Prandi, Un artista poliedrico che fa davvero capire come l’arte possa fare un girotondo tra stili classici e tecniche moderne. Ma non perdiamo tempo, cliccando qui troverete la sua biografia, passiamo alla nostra bellissima chiacchierata con questo artista.
Pittura ma non solo. Cinema fotografia illustrazione insomma arte a 360° qual è il filo che unisce tutte queste categorie artistiche?
Avendo realizzato diverse collezioni di opere in periodi differenti della mia vita, è evidente che l’animo congeli nel tempo le passioni, le dinamiche emotive e introspettive di quel determinato periodo, soprattutto per chi, come me, si concentra molto sull’aspetto concettuale dell’arte. Ognuno di noi, in tutto ciò che fa, ricerca costantemente emozioni, siano esse le più effimere come il caffè del mattino, o le più profonde come la gioia di avere un figlio.
Dar vita ad un’idea creativa in grado di suscitare emozione, indipendentemente dal tema trattato, è lo scopo e filo conduttore che lega tra loro i miei lavori… quel che in fin dei conti ricerco io stesso nel momento catartico della creazione.
Riesci a dare una definizione del tuo stile?
Il mio stile cambia molto poiché cambiano molto anche le tecniche che utilizzo. La tecnica per me è solo un mezzo d’espressione, lo strumento per portare a galla ciò che voglio analizzare e con cui mi voglio rapportare agli altri. Le mie opere bidimensionali sono spesso caratterizzate dall’inibizione dei sensi verso la perdita di certezze mentre quelle tridimensionali dal prepotente desiderio di distacco dal quotidiano verso un cambiamento positivo per il futuro.
In ogni lavoro la volontà è quella di condensare il più possibile un concetto per poterlo far esplodere nell’attimo fugace in cui il fruitore vi pone lo sguardo, per giungere in un secondo momento ad una scoperta stratificata più complessa sul contenuto intrinseco dell’opera.
Qual è la tua fonte di ispirazione?
Il vero momento d’ispirazione è per me una profonda ed intima riflessione personale sulla vita stessa, su quanto è celato in essa ma che, in qualche modo, è possibile leggere tra le righe. Cerco sempre un nuovo punto di vista, una visione più ampia, che possa andare al di là delle apparenze. Le mie idee nascono là dove i pensieri sono sussurrati dal subconscio. Quando la mano, che cerca di coglierli su carta, se sta troppo attenta alla calligrafia, non riesce a riportarli per intero.
Per questo i miei appunti somigliano sempre molto spesso a dei geroglifici.In questa dimensione l’onirico prevale sul cosciente, in un mondo dove tutto è possibile e dove ogni cosa, se studiata maniacalmente, finisce per incastrarsi magicamente nel modo giusto. Dentro di noi c’è un mondo quantico ricco di domande ataviche e di risposte illuminanti che, se esplorato, ha in se tutto ciò di cui abbiamo bisogno per poter essere strumento del nostro ruolo e portare al mondo che circonda il contributo di cui ha bisogno.
Un lavoro al quale sei particolarmente affezionato e perché?
È sempre difficile rispondere a questa domanda poiché ogni lavoro realizzato, è per me, come una storia d’amore ormai conclusa ma il cui ricordo ti da la voglia di viverne di nuove. Credo che le storie importanti siano quelle che, nel momento in cui le vivi, vuoi facciano di te una persona migliore. Ognuna è stata vissuta in maniera intensa, ed ognuna è stata importante perché alla fine ti ha fatto crescere.
Quindi la più importante è sempre quella che stai vivendo e in questo momento sto lavorando alla realizzazione del cortometraggio intitolato “Le Quattro Stagioni dell’Anima”, una storia che narra il cammino evolutivo che l’anima deve intraprendere per poter entrare in stretto contatto col suo sé più intimo e profondo.
Un lavoro molto ambizioso che unirà video arte, fotografia e arte digitale allo scopo portare alla luce l’emozione dell’essere vivi e consolidarla attraverso la riflessione su chi si può essere veramente in questa esistenza… ovvero se stessi.